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Fisco e Tasse

2022-12-05

PIVA fittizie: prevista responsabilità del Commercialista

Con una nota congiunta del 2 dicembre, la associazioni dei Commercialisti ADC – AIDC – ANC – UNGDCEC  

esprimono fermo disaccordo alla novità annunciata dal disegno di legge di bilancio 2023 in bozza, relativa alle PIVA "mordi e fuggi" nelle quali si delineerebbe una responsabilità dei consulenti incaricati.

Sinteticamente il comunicato afferma che "È ora di ridefinire il perimetro dei compiti di ciascuno, non è più possibile ribaltare sui Commercialisti indagini che solo l’amministrazione finanziaria può svolgere.

Presidente Meloni, perché l’Agenzia delle Entrate non utilizza le informazioni contenute nelle decine di banche dati a sua disposizione? Riteniamo sia giunto il momento di un cambio di passo rispetto al passato, piuttosto che mantenere la linea di condotta  tenuta dai governi precedenti, modernizzando le procedure dell’Agenzia delle Entrate."

Inoltre sempre sullo stesso tema, durante il Congresso nazionale dell’UNAGRACO, il Presidente del CNDCEC, Elbano de Nuccio ha ribadito il disappunto già espresso con la nota del 28 novembre scorso dichiarando:

“Ho dovuto rileggere la norma per rendermi conto se avessi davvero capito bene. I commercialisti dovrebbero prendersi la responsabilità, dinanzi a un imprenditore che va da loro per aprire una partita IVA, di garantire che si tratti un soggetto sano o meno? Siamo arrivati al grottesco. Noi non ci tiriamo indietro davanti alle responsabilità, ma in un contesto in cui lo Stato tende sempre di più a scaricare sui professionisti le proprie inefficienze, c’è bisogno di definire un perimetro, evitando di esporci a delle valutazioni ex post”.

Con l'art 36 della bozza del DDL di Bilancio 2023 rubricato Rafforzamento del presidio preventivo connesso all’attribuzione e all’operatività delle partite IVA si intenderebbe colpire sul nascere fenomeni di frode realizzati attraverso la costituzione di ditte individuali o società di capitali a responsabilità limitata semplificata, con brevi periodi di operatività con lo scopo di non rispettare gli obblighi di versamento fiscale e contributivo e successivamente dileguare ogni bene per la successiva riscossione. 

La nota del CNDCEC ha specificato che l’articolo 36 della bozza amplia i meccanismi di verifica preventiva che l’Agenzia delle Entrate può svolgere in sede di attribuzione della partita IVA, ma si sottolinea che  “Nel condividere lo spirito della norma, volta a prevenire comportamenti abusivi “mordi e fuggi, rileviamo però che la bozza circolata prevede, per i profili sanzionatori, la responsabilità solidale a carico dell’intermediario che trasmette telematicamente la comunicazione di inizio attività”.

Secondo i Commercialisti la novità normativa determinerebbe un ingiustificato aggravio di responsabilità a carico dell’intermediario che non dispone degli strumenti a disposizione dell’Agenzia delle Entrate per verificare l’affidabilità del soggetto che richiede l’attribuzione della partita IVA.

Secondo la novità in arrivo, l’agenzia delle Entrate nella propria analisi di rischio dovrà destinare una particolare attenzione proprio alle aperture delle partite Iva, e in caso di selezione, il soggetto per cui sono rilevate delle anomalie sarà chiamato in ufficio in un contraddittorio per esibire i documenti contabili obbligatori e ogni altro documento che attesti l’effettivo esercizio di un’attività economica. 

Qualora il contribuente non si presenti o non presenti giustificazioni esaustive alle richieste delle entrate, l’ufficio procederà a chiudere la partita Iva "sospetta".

Nell'ambito del provvedimento di cessazione della partita Iva vi sarà una sanzione di 3.000 euro a carico del destinatario del provvedimento con responsabilità solidale anche a carico dell’intermediario che ha trasmesso la dichiarazione di inizio attività per conto del contribuente.

Nel caso in cui il professionista sia in grado di dimostrare il proprio errore incolpevole, avendo adottato la diligenza connessa al proprio profilo professionale, non scatterà la responsabilità solidale.

Infine, la norma prevedrebbe una polizza fideiussoria o fideiussione bancaria triennale che il destinatario di un provvedimento di cessazione deve prestare per aprire una nuova partita Iva. Si parla di garanzia non inferiore a 50.000 euro. 

Concludendo, in ragione dell'aggravio dei compiti dei Commercialisti, il Consiglio nazionale ha chiesto al Governo una modifica a tale intervento normativo ancora in bozza e inserito nel DDL di bilancio 2023.

Secondo il Tesoriere del CNDCEC Regalbuto: “I Commercialisti sono già chiamati a adempiere a stringenti attività di identificazione della clientela previsti dalla normativa antiriciclaggio, ma non si può chieder loro di assumersi responsabilità in un contesto in cui non hanno gli strumenti necessari per affrancarsi da tali responsabilità. Per questo chiediamo e confidiamo che la norma, per quanto attiene alla corresponsabilità degli intermediari, venga immediatamente espunta

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